Di Renzo e La Barba, sempre la solita solfa!

Loro parlano fra di loro. Io parlo con i cittadini. Questa è la differenza tra noi e Di Renzo e la Barba. Non sono d’accordo con il Pd locale di cui fanno parte, da cui sono stati cacciati e dopo riammessi. Cacciati per slealtà e riammessi solo per cercare di costruire un fronte contro di me. Prima nemici alle primarie, poi amici verso Francavilla. Verso poi cosa chi lo sa. Lo fanno perché abbiamo governato male? No, affatto. Per giudicare se uno governa male o bene ci sono i dati. Perché non sto alle loro regole che sono astensioni, perdite di tempo, demagogie, riunioni e recite. Su ogni argomento si crea la bagarre strategica sempre per dimostrare che io non so fare il sindaco, mai per entrare nel merito delle questioni.

Per questo rispondo ai vaneggiamenti di Di Renzo e colgo l’occasione di ringraziare pubblicamente la squadra che mi ha sostenuto. I consiglieri comunali che, con me, hanno condiviso un percorso faticoso e complesso assumendosi le proprie responsabilità, alzando la mano anche in momenti difficili. Certo, perché sfugge a Di Renzo che il consigliere comunale non è un corso di commedia dell’arte in cui ci si alza a declamare spesso assurdità. Fare il consigliere comunale vuol dire approfondire i temi, discutere, litigare e dopo trovare una sintesi per il bene della città. I consiglieri che mi sostengono hanno lavorato senza troppe chiacchiere e senza luci della ribalta e i cittadini lo hanno percepito così come hanno acquisito contezza del numero da record di astensioni o voti contrari di Di Renzo e dell’appendice silenziosa La Barba.

Ora, secondo loro, la sfiducia al Presidente del Consiglio Paolini e la questione sulla Sirena rappresentano argomenti di consenso elettorale in vista delle elezioni. Ho sempre osservato con perplessità coloro che rifiutano di vivere nella realtà, nella contemporaneità, nel proprio tempo. Mi tengo a distanza da coloro che raccontano una realtà virtuale, a cui piace un tempo che non esiste più e che per questo inventano un mondo parallelo. Francavilla è cambiata, è attenta, partecipe, critica. Di chiacchiere e strategie son piene le fosse. 

Non hanno argomenti se non sono io ad offrirgliene. Ho parlato di Sirena ed ora tutti a parlare di Sirena, simbolo della francavillesità. In sostanza, attualmente è un palazzo degradato in mezzo alla piazza principale della città. Ogni nostra mano si alza per Francavilla e non per avere potere contrattuale con i potenti. Non hanno argomenti per fare opposizione e puntualmente sono smentiti dai fatti. Ora, il lavoro va completato. La mia coalizione sarà composta da persone che vogliono decidere e poi realizzare in tempi contemporanei.

Ridurrò i volumi della Sirena, la piazza sul mare sarà più ampia e inaugureremo il teatro poiché non abbiamo uno spazio invernale per eventi di rilievo. È semplice. Continuerò a lavorare come abbiamo fatto per il bene di Francavilla. Assumerò la responsabilità delle scelte. Sento la responsabilità di portare a termine il lavoro, di finire il porto, di realizzare la nuova Piazza Sant’Alfonso, la pista ciclabile, le scuole, nuovi marciapiedi, il pontile, il canile e così via. Saremo la città abruzzese che avrà realizzato più opere in dieci anni relativamente alla regione. 

Questo è un fatto! E su questo non sento nulla. Anzi si fa confusione apposta, si parla d’altro, ma i cittadini non si faranno confondere. Sento la responsabilità di portare a termine una rivoluzione civica e di non permettere il ricrearsi a palazzo di città di situazioni simili al passato.

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