Merito e meritocrazia o politica delle poltrone?


Le motivazioni sono sempre le stesse, riassumibili in una parola sola ossia ‘posti’. Il Partito Democratico, l’unica speranza per questo Paese – così come dichiarato dal Sindaco di Bari, Michele Emiliano -, deve essere un Partito inclusivo che aspiri almeno al 30% dei consensi. Che accetti il confronto, che cambi modo di fare e che non pensi più alle persone designate ma pensi alle persone più adatte, non decise, magari, da un sinedrio. Per spiegarla meglio, non si può sostenere che i tre Assessori con questo curriculum  (Vincenzo Di Lorenzo, Vice Sindaco; candidato Sindaco centrosinistra - Lista Civica - nel 1998; candidato Sindaco coalizione centrosinistra - DS e Margherita - nel 2003; fondatore del Partito democratico di Francavilla al Mare; Capogruppo in Consiglio comunale del PD; candidato alle Primarie nel PD nel 2008. Andrea di Peco, Assessore Turismo e Cultura; tesserato nel PD 2011 e 2012; componente del Direttivo del Circolo PD di Francavilla al Mare nel 2012. Francesca Buttari Assessore Politiche Sociali; tesserata del PD 2011) non rappresentino il Partito democratico.
Le domande da porsi sono: la Giunta funziona? I tre Assessori stanno svolgendo il proprio ruolo in maniera adeguata? Rappresentano gli ideali riformatori del Partito democratico? E’ troppo tempo che a Francavilla si discute di persone e di prescelti. Non sarebbe più giusto affermare che, poiché i tre non sono nelle grazie dell’attuale segretario del circolo cittadino del Pd, cioè non sono stati designati da lui, non devono svolgere alcun ruolo?
Il Partito democratico è, dunque, rappresentato in Giunta dai tre Assessori che ogni giorno svolgono un ottimo lavoro e che sono anche disposti a rimettere le proprie deleghe nelle mani del Sindaco qualora il Partito sia finalmente disposto ad entrare nel merito delle questioni e a stabilire, senza preconcetti, un criterio di meritocrazia che tenga conto delle attitudini, della disponibilità, del tempo e dei risultati ottenuti.
Nelle ultime elezioni comunali, il Partito democratico ha riportato un consenso esiguo – 11,75% - che deve necessariamente crescere grazie alla disponibilità di coloro che vivono da tempo il Partito stesso e all’entusiasmo di altri che ne vogliono far parte. Le competizioni non sono un’offesa ma sono un confronto: tra Bersani e Renzi scelsi Bersani perché la proposta di Renzi aveva bisogno di essere più completa, più matura. Ora, tra Cuperlo e Renzi scelgo Renzi perché penso che la chiusura non sia una proposta seria per l’Italia. Le cose devono cambiare perché così non vanno e il metodo di scelta dei Partiti ha spesso provocato disastri e danni a livello economico e di immagine, riconducendo i cittadini a pensare che, in fondo, siamo tutti uguali.

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