Messaggi dalla città
"Ho visto degli alberi, sindaco. Non pensavo che il taglio stesse già cominciando. Come te credo che si possa rinunciare a qualche albero per una zona pedonale seria (di cui Francavilla necessita), ma fatto sta che ora sei in gioco e devi giocare... dovrai far sì che lo stupore della gente alla fine dei lavori faccia loro dimenticare i tigli. Io, da ingegnere, ho capito che le ragioni che tu fornivi erano valide, ... in bocca al lupo. Per quel che vale hai il mio supporto".
"Egregio Signor Sindaco non si arrenda, vada avanti e continui su quest'onda di trasparenza, dialogo e chiarezza. Le proteste di questi giorni circa l'abbattimento dei tigli sono il riflesso, purtroppo, di una società povera e di vedute ristrette. Mi auguro che non si arrenda mai perché fino ad oggi ha dimostrato di essere ciò di cui Francavilla ha bisogno. Con stima"
"Favorevole al taglio perché? Ma perché cultura ambientalista e vivibilità
di una città sono due cose che corrono assieme ma non sempre si possono
sovrapporre. Non ho visto queste scene di ordinaria follia per i giardinetti
lasciati morire in zona stazione, né per la spiaggia in molte zone abbandonata a
se stessa, e la vedo una carnevalata per degli alberi che da sempre impediscono
di vivere il centro. Un viale alberato lo puoi fare se hai 6 metri di
marciapiede, se hai costruito bene i recinti in cui ingabbiarli, e se hai una
cittadinanza con una cultura tale da non usare gli alberi come bidoni
dell'immondizia, e noi non abbiamo nessuna di queste tre cose. Esistono i
giardini, esistono i parchi per godersi la natura ma un centro cittadino
commerciale deve prima di tutto svolgere la sua funzione di attirare i
cittadini, di spingerli ad uscire di casa, perché il viale di legno sul
lungomare funziona meglio come zona pedonale che come pista ciclabile? Ma perché
passeggiare su via D'Annunzio è una tortura. Quindi ben venga il taglio, ben
vengano le priorità del cittadino prima dell'ambientalista a tempo determinato,
ben venga un progetto nuovo per vivere la città piuttosto che difendere una
natura che viene quotidianamente e nel silenzio violentata, di quella non frega
a nessuno.
Ovviamente con l'ultima frase intendevo dire che quando c'è da difendere la
natura nel quotidiano si preferisce lavarsene le mani"
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